Lussuria

La bendò perchè ne potesse godere ogni suo senso. Assaggiò la sua pelle che sapeva di ambra lasciando che nella sua bocca si sciogliesse l’essenza.

Accarezzò quella pelle, pergamena preziosa, come seta e come mai in quel momento sconosciuta alle sue mani, lui che tante volte invece in passato, aveva amato spesso dipingere come un quadro d’arte antica.

Eccitato ne ascoltava i gemiti elevati ad ogni colpo di frusta inflitto, canto di un amore mai svelato.

Fu allora che le si accostò ai fianchi e la tirò a sè fino a sentirla completamente sua.

Lui padrone del suo corpo, lei schiava delle sue interminabili voglie.

La amò per ore, con gesti e giochi che non aveva mai fatto. Viziosa, si lasciò insegnare nuove delizie che non conosceva, lasciandosi trasportare come mai.

Web

Siamo chi siamo.

Sai, c’è sempre un motivo per il quale noi oggi siamo chi siamo.

Siamo tutti universi danneggiati. Da qualcosa o qualcuno siamo stati danneggiati. Dal poco amore, dalle troppe paure, o da chi ci ha promesso certezze scoppiate in volo come pezzi di vetro negli occhi.

Le persone più incantevoli al mondo hanno sempre un vissuto complesso. Sono spesso le più difficili da amare ma anche quelle che sanno dare di più.

Le persone incantevoli hanno vinto il disincanto e per vincere il disincanto ci vuole tanto coraggio, lo stesso che serve per i sentimenti.

Grateful

Grata per ogni sua più piccola premura, ogni suo piccolo gesto, resto così, distesa a terra tra le mura della mia amata stanza, contemplando i suoi fiori, ancora sorridente ed infinitamente felice!

Rosa Rossa

Una rosa rossa in mezzo a tante spighe gialle, solo un contadino esperto può riuscire a scorgerla.

Lui le si avvicina sapendo che non è una semplice spiga e che è cresciuta proprio là, per non essere vista e raccolta da nessuno se non da lui.

Così il contadino decide di raccoglierla e portarsela a casa. Non si preoccupa d’indossare i guanti per raccoglierla perché le sue mani sono forti e la prenderanno con forza e decisione.

Allo stesso tempo egli starà attento a non strapazzarla troppo per non farla sfiorire subito e perderla in un attimo.

(A lei Sir, Grazie!)

IL SILENZIO

Dall’alto del suo trono Dioniso rimane in silenzio, non dona più parole.

Come un dio se ne sta nel suo Olimpo, come un dio ha altro a cui pensare. Me, povera umana, terrena anima mortale, sul vile suolo rimango ad aspettare un volere che non vuole.

Troppo ardire era il mio di poter sedere ai piedi del suo scranno. Troppo ardire era il mio di poter avere i suoi comandi per obbedire all’inferno.

Ciò che mi porto dentro ha reso il supplizio leggero, poiché l’oscurità ora è fitta e non vedo più il suo viso. Scompaio anch’io nel buio e svanisco nel nulla. Né schiava né ancella né dea al suo fianco. Cosa sono io adesso? Cosa posso desiderare?Dioniso tace ed io grido di dolore.

Ferita come cerva, io, Diana, ora mi alzo in piedi. Ora tendo l’arco e prendo la mira. Io, Artemide, posso scoccare la mia freccia e portare a lui il mio silenzio immortale. A lui che di parole ne voleva poche, a lui che mi zittiva con un gesto veloce, a lui che un dio tra i tanti dei rimane, poiché non si è degnato di scendere dalla cima per raccogliere la sua devota ancella pronta per esser sacrificata.

Che sia rimorso suo, che sia ricordo fervido, l’aver sfiorato l’abisso senza mai poterlo più possedere…

…Mio padrone, davvero tutto è finito?