Viaggio – Fortuna

Risposi allo squillar del Cellulare senza neppur guardare prima il display per veder chi stesse chiamando.
“Ciao schiava, alle 17.30  prenderai il treno per Genova, ti aspetterò in stazione, io sono giá qui per lavoro. Fa il biglietto di sola andata. Domani nel pomeriggio, rientreremo assieme. Desidero la tua compagnia per il viaggio di ritorno. Tutto chiaro?”
– Ma io…-
“17.30!”
Appese.
Attonita rimasi con lo sguardo fisso sul telefono per qualche istante.
La fortuna volle, che mi ero portata dietro il borsone per andare in piscina, quindi un cambio l’avevo.
Liquidai il lavoro in men che non si dica e mi fiondai in stazione.
Il treno era giá li.
Corsi.
Non lo persi per un soffio.
Itravvidi il bigliettaio in lontananza.
Cazzo il biglietto!!!
Non ebbi il tempo di farlo, ma ancora una volta mi sentii fortunata.
La tecnologia è una gran gran cosa. Feci in velocitá supersonica il biglietto tramite l’applicazione sul cellulare, dopo di che mi rilassai.
Giunta a destinazione lui era li ad aspettarmi come da copione.
Andandammo a cena in uno steak-house per poi dirigerci in hotel.
“Spogliati e sdraiati”
Lo feci.
Mi legò con le manette i polsi dietro la schiena.
Usò insaziabilmente il mio corpo, la mia carne, a suo piacimento fin che non ne fu appagato.
Si voltò dandomi le spalle, mettendosi sul fianco.
Spense la luce…
“Buonanotte.”
Ok! Forse ora la fortuna non era più esattamente dalla mia parte. Aveva deciso di attendere la mezzanotte, per darmi un calcio nel sedere.
Come avrei potuto dormire cosí? Dio che scomoditá! E adesso?
Idea!
Una volta certa del suo sonno profondo, feci passare, a fatica, i polsi sotto i piedi.
Se non altro avrei avuto sí, sempre le mani legate, ma per lo meno davanti. Pensai di dormire qualche ora cosí e riportare le mani dietro la schiena poi. Tanto sotto le lenzuola non le avrebbe notate.
Giá…
Peccato che quando mi svegliai, lui aveva giá gli occhi aperti, puntati sulle mie mani proprio davanti a lui.
Raggelai ritirandole vergognosamente. Alzò lo sguardo sui miei occhi, mi fissò serio per qualche istante e poi mi sorrise. Quella fu la prima ed unica volta che non mi puní in alcun modo.
Devo ammetterlo, mi sbagliavo di grosso. La fortuna era stata per tutto il tempo con me senza abbandonarmi mai.
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