La catena che legava i polsi, mi costringeva a movimenti ridotti.
Il traffico era talmente intenso che il nervosismo in lui era palpabile anche al più insensibile degli insensibili.
Per rilassarlo, decisi di farlo sorridere un po’ giochicchiando con il suo umore per qualche istante.

Sbagliai…

Mi disse 2 volte ridendo “Piantala!”
La presi come sfida in simpatia e pensai: “Funziona reagisce! Che bello che è quando sorride!” 
Smise in quell’istante e mi fissò!

Quegli occhi non promettevano più nulla di buono.
Incurante delle auto e i camion fermi attorno a noi, mi afferrò per la gola inchiodandomi seccamente contro il vetro!
Quel palmo che tanto amavo cominciò a stringere sempre più crudelmente il mio collo, con la calma forte e sicura che solo un sadico potrebbe avere.
Mi venne a mancare l’aria. 
Pensai: “Ora tanto smette…”
Ma così non fu. 
Per quanto tentai di tener lo sguardo fisso su di lui, al mancar d’ossigeno gli occhi si chiusero e le forze mi abbandonarono.
Mi dissi ancora: “Resisti,… ora smette…”
Ma nulla…
Girava tutto e l’unica cosa che riuscivo a vedere ad occhi chiusi erano puntini…,
…tanti puntini bianchi.
Toccai la paura con tutti i sensi….
Da lì credo di aver smesso di pensare,… Perché non ricordo più nulla fino al cedere della sua presa sulla quale mi ripresi inghiottendo una quantità infinita d’aria,  tossendo i minuti seguenti.
Sorrise di un sorriso disteso. 
Sorrise di quel sorriso di cui non potevo fare a meno e mi accarezzò.

“Apri le gambe”…. 
Le sue dita sul mio sesso, … lo frugarono, penetrarono…
…Un piacere pulsante mi riempì e svuotò a tempo stesso.
Impregnò le dita del mio nettare e me le portò slozze fradice alla bocca.
Sei proprio una cagna masochista in calore!…